domenica 30 marzo 2008

LA PROCREAZIONE NELL'ANIMALE E NELL'UOMO (parte quarta)

Vi chiedo un ultimo sforzo, per chi ha avuto la pazienza di
seguire fin qui, sarebbe un peccato rinunciare ora.
La procreazione nell’animale e nell'uomo
1. Raffaele: «Durante l'atto dell'accoppiamento degli animali ha luogo
semplicemente un eccitamento del pensiero vitale fondamentale animico
- che già si trova nell'ovulo - verso un'attività ordinata. Senza un tale
eccitamento, questo elemento vitale rimarrebbe nella sua muta quiete
divoratrice, limitandosi a nutrirsi a spese dei più vicini che gli stanno
intorno, e questi farebbero a loro volta altrettanto verso il primo,
e tutto questo continuerebbe finché essi non si fossero consumati
reciprocamente fino all'ultimo atomo. Così pure però potrebbe
essere il caso anche con gli altri ovuli, che sono stati eccitati mediante
l'accoppiamento, se le necessarie condizioni ulteriori per lo sviluppo
venissero a mancare, o non si verificassero nella giusta misura.
2. L'atto dell'accoppiamento in tutti gli animali non è che un
eccitamento dell'ovulo già esistente nel corpo della femmina, poiché
i piccoli cumuli di principi animici vegetali ed animali si raccolgono
continuamente in un dato numero e ordine nel posto stabilito nel corpo
materno. Una volta al loro posto, essi eccitano
dapprima la femmina la quale, appunto in seguito all'eccitamento,
stimola subito a sua volta il maschio; esso allora si accosta alla femmina
e la feconda, però non deponendo anche lui un nuovo germe nella femmina,
ma soltanto ridestando all'attività il germe vitale già esistente nella femmina.
3. Ecco come avviene: il seme del maschio, che consiste di spiriti
vitali più liberi e sciolti, induce i germi vitali vincolati della femmina
ad una vera rivoluzione ordinata, e in tale modo li costringe all'attività;
senza questa costrizione essi rimarrebbero a riposare nella loro dolce
inerzia, e non si afferrerebbero tra di loro per la formazione e per
l'interna organizzazione di un essere. Gli spiriti del seme maschile
stuzzicano e solleticano continuamente gli spiriti vitali della femmina,
senza dar loro né pace né tregua di nessun tipo, ma a questo
eccitamento gli spiriti vitali della femmina si oppongono incessantemente,
e talvolta - se sono molto vigorosi - riescono perfino a rendere vana l'azione
degli spiriti del seme maschile. Questo atto nel linguaggio degli
allevatori viene chiamato “dispersione”, ed ha luogo molto di frequente
in particolare fra il bestiame bovino, anche se si verifica spesso in altri
animali e perfino nell'uomo, poiché gli spiriti vitali femminili
nel germe vitale materno sono troppo inclini a stare tranquilli per
adattarsi di buon grado ad una qualche attività costante e sistematica.
Ma una volta eccitati sufficientemente e a dovere, allora la cosa procede
senz'altro regolarmente.
4. Vedete, precisamente ora abbiamo qui dinanzi a noi per il libero
esame un germe vitale materno di questo genere; guardate un po'
come durante il tempo necessario per la mia spiegazione esso si è già
molto calmato! Se io adesso lo lasciassi così, allora nella sua tendenza
al riposo si raggrinzerebbe e si contrarrebbe continuamente per il fatto
che le sue parti si spingerebbero sempre più verso il centro, lo
succhierebbero fino a vuotarlo e finirebbero poi col perire con esso.
Questi spiriti vitali sono, per così dire, timidi e paurosi come i piccoli
bambini, e una volta che, come vedete qui, si sono racchiusi in se stessi,
non prendono più nessun nutrimento dall'esterno, ma succhiano invece
continuamente dal loro proprio centro-madre, e devono perciò anche
avvizzirsi e restringersi fino a ridursi ad un minutissimo nucleo della
grandezza di un punto. Ora però noi faremo venire qui degli spiriti
vitali primordiali vigorosi e maschili, e faremo in modo che gli stessi
siano eccitati continuamente perché si agitino e in questo modo
striscino senza posa sopra questo pigro nucleo femminile, ed allora
vedrete poi quale sarà l'effetto che ne risulterà.
5. Ecco, secondo la Volontà del Signore io ho fatto radunare qui,
mediante i molti spiriti subordinati che stanno al mio servizio, quegli
spiriti vitali del pensiero primordiale che prima guizzavano lì sull'acqua
e che, come vedete, sono più grandi, hanno la forma di lunghe lingue
di fuoco e splendono di viva luce.
Guardate ora con tutta l'attenzione possibile come essi siano solleciti
ed accaniti nel disporsi intorno al nucleo vitale femminile che si
libra in libertà dinanzi a noi, ed ora ecco che gli spiriti vitali più piccoli,
tutti femminili, iniziano di nuovo ad agitarsi e tentano di liberarsi
dagli irrequieti spiriti vitali maschili. Ma questi non cedono in nessun
modo, e l'eccitazione degli spiriti vitali femminili si propaga
sempre più profondamente fino al centro principale della vita.
6. Ora perfino quest'ultimo comincia a muoversi, e siccome gli spiriti
vitali che gli fanno ressa intorno, resi di nuovo affamati in seguito
all’attività febbrile, sono costretti a nutrirsi della luce degli spiriti
vitali maschili e diventano in tal modo a loro volta più luminosi e
più colmi, così anche lo spirito del pensiero di vita principale che è al
centro riceve per mezzo loro un nutrimento virile.
Costretti poi da questa attività, gli assedianti dall'interno all'esterno
vengono incitati ad organizzarsi sempre di più ed a costituirsi in una
specie di baluardo ben sistemato. Però gli spiriti vitali più vigorosi situati
verso il centro, ormai bene illuminati, riconoscono se stessi, il loro senso
e il suo ordine, e si assestano secondo le loro caratteristiche e la loro
affinità, così che voi potete già osservare da ciò come risultino dei
collegamenti organici e come la parte esterna trapassi
in una forma che comincia ad assomigliare sempre più ad un animale.
7. Come conseguenza di questo lavorio e di questa lotta, tutte le parti
vitali sentono sempre più il bisogno di nutrimento, il quale viene fornito
loro sempre in maggior quantità dagli elementi vitali maschili; però
gli spiriti vitali esteriori del nucleo iniziale - i quali vanno ordinandosi
sempre di più - cominciano, a causa del nutrimento, a familiarizzare
con gli spiriti maschili che li mettono in agitazione. Il timore e
l'avversione di prima svaniscono, e questo sentire si diffonde anche
fra gli spiriti interni; tutto inizia ad agitarsi e a muoversi più liberamente,
ed il processo di costituzione dell'essere è ora in questo brevissimo
tempo così avanzato che voi, figli del Signore, potete ormai già stabilire
che specie di animale comparirà qui. Ecco, vedete, ne verrà fuori una
robustissima asinella, e la Volontà del Signore è che essa rimanga e non
si dissolva più».
8. A tal punto Ebram e Risa osservano: «Il buon Raffaele sembra
provare un piacere particolare nel creare degli asini! Due giorni fa,
con nostra non poca sorpresa, ne ha formato pure uno con grande
rapidità!»
9. Dice Raffaele: «Lasciate stare quello che allora dovette succedere
per il vostro ammaestramento! Questa asinella ha un significato
alquanto diverso; essa è il simbolo, per voi tutti necessario, della vera
umiltà. Anche voi uomini, a questo mondo, combinate delle vere asinate
quando siete troppo frettolosi nei vostri giudizi e decisioni nel compiere
qualche azione. Anche qui si trattava di qualcosa di simile, cioè di
mostrarvi rapidamente come avviene lo sviluppo di una creatura
durante l'atto creativo originale, e perciò, in seguito all'azione affrettata, è
venuta fuori anche qui un'asina; vi serva questo, se proprio ci tenete a
tutti i costi, a vedere nella cosa qualcosa di umoristico.
10. Questa asinella sarà fecondata dall'asino creato giorni fa, e il
prossimo anno entrambi verranno acquistati da un uomo di
Gerusalemme, e dell'asinello che ne nascerà sarà conservata memoria
in tutte le eternità!
11. Ora però basta con questo argomento; è sufficiente che voi abbiate
visto in quale modo da spiriti vitali primordiali (Pensieri singoli di Dio)
possa sorgere, senza madre, un essere naturale, come è già avvenuto
nella Creazione iniziale. Se però lo desiderate, vi posso produrre
ancora degli altri esseri con tutta celerità!»
12. Esclamano tutti: «Potente servitore del Signore, ciò non è affatto
necessario, poiché per la nostra istruzione ne abbiamo più che a
sufficienza già in quest'ultimo esempio, oltre ogni dire prodigioso; un di
più non potrebbe che renderci la cosa più confusa e non più chiara»
13. Dice Raffaele: «Sta bene, ed ora fate ancora un po' di attenzione a
quanto sto per dirvi; dunque io vi ho mostrato come avviene la
procreazione e come procede il divenire di un essere - qualunque ne sia
la specie - e precisamente una prima volta in un corpo materno già
esistente, ed ora qui una seconda, in via diretta e libera, come solitamente
si verifica su ciascun nuovo pianeta o su una qualche isola neo-formatasi
su un pianeta già vecchio, ciò che anche avviene ogni tanto.
14. Solamente voi non dovete applicare questo esempio anche alla
procreazione e al divenire dell'uomo, particolarmente su questa Terra,
perché, quantunque il procedimento sia molto simile, il fondamento ne
differisce sommamente.
15. Anche la femmina dell'uomo ha in effetti in sé una sostanza
naturale, ma quando ha luogo la procreazione nel modo a tutti
conosciuto, allora viene certo fecondato ed eccitato un piccolo nucleo,
però quest’ultimo, come un acino staccato da un grappolo d'uva, viene
condotto al posto destinato; allora un'anima già compiuta vi accede,
e cura per un certo tempo questo nucleo vitale, finché la sua
sostanza sia progredita tanto da permettere all'anima, che si restringe
sempre più, di penetrare nell'embrione ancora molto liquido e molle;
dopo aver compiuto questa operazione, l'anima deve lavorare per
circa due lune. Una volta impossessatasi per intero dell'embrione,
il bambino diventa subito vivente in modo percettibile,
e cresce poi rapidamente fino a raggiungere la grandezza normale.
16. Finché i nervi del bambino di carne non sono pienamente
sviluppati ed attivi, l'anima continua a lavorare assiduamente e con
coscienza di se stessa, e plasma e adatta il corpo a seconda dei propri
bisogni; ma una volta che i nervi sono tutti completamente formati e il
rispettivo spirito nerveo in continuo sviluppo è giunto a compiere
un'attività del tutto regolare e sistematica, allora l'anima si ritira
e si dedica sempre più al riposo, e si addormenta infine nella
regione dei reni dell'embrione. Da questo momento in poi l'anima non
sa più nulla di se stessa, vegeta semplicemente senza alcun ricordo di
un anteriore stato naturale nudo.
Solo alcune lune dopo la nascita, essa incomincia sempre più a
risvegliarsi, ciò che può venire dedotto molto facilmente dal diminuire
della sonnolenza. Ma perché essa pervenga ad una qualche coscienza
di sé, ci vuole un tempo più lungo.
Quando il bambino comincia a parlare, solo allora subentra davvero
nell'anima uno stato di coscienza di se stessa, però senza alcun ricordo
di una preesistenza, poiché tale ricordo non potrebbe assolutamente
conciliarsi con l'ulteriore e superiore sviluppo dell'anima.
17. L'anima però, interamente avvolta nella carne, non vede né
riconosce nulla per il momento, all'infuori di ciò che le viene presentato
tramite i sensi del corpo, ed in sé non può riconoscere affatto
qualcos'altro, poiché essa è e deve essere in sé talmente ottenebrata
dalla sua massa carnosa, da ignorare per lo più del tutto che essa possa
esistere per sé, anche senza la carne. Per molto tempo essa si
sente una cosa sola con la sua carne, e ci vuole una grande fatica
prima di indurre un'anima incarnata a cominciare a sentirsi e a
considerarsi come qualcosa di proprio all'infuori della carne stessa,
ciò che a sua volta è pure necessario, perché altrimenti essa non
potrebbe ospitare in sé alcun spirito, né naturalmente potrebbe
nemmeno mai ridestarlo in sé.
18. Solo quando lo spirito inizia a risvegliarsi nell'anima, allora in
questa si fa gradualmente sempre più luce: essa comincia a
riconoscersi in modo più preciso, e comincia a scoprire in se stessa
delle cose completamente nascoste, di cui però
certo non sa ancora troppo bene cosa fare.
19. E quando lo spirito e la sua potente luce nell'anima entrano
completamente in azione, solo allora tutti i ricordi si ridestano
nell'anima, naturalmente tutti trasfigurati nella nuova luce; allora
non vi è più né inganno né illusione, ma soltanto
una limpidissima Verità celestiale, e allora l'anima stessa è una cosa
sola col suo spirito divino, e tutto ciò che vi è in essa e fuori di essa
diventa gioia immensa e suprema beatitudine.
20. Ebbene, comprendete ora voi tutti, almeno
approssimativamente, l'immagine simbolica della misteriosa scala
di Giacobbe? Ecco, fin qui ho parlato io; il
seguito ve lo dirà il Signore Stesso».

Nessun commento: