Non ne dirò volutamente la fonte per non influenzare la vostra immaginazione e la vostra consapevolezza. Spero comunque vi comunichi la stessa gioia che ho provato io
1. (Dico Io:) «Vedete, a tale scopo Mi sono fatto portare qui dal centro dell'Africa
questo globo luminoso per svelare dinanzi a voi il mondo degli spiriti naturali,
e ciò non in maniera prodigiosa, ma piuttosto seguendo una via naturale per
voi finora ancora del tutto sconosciuta.
2. La luce di questa pietra ha la proprietà di influire sui nervi vitali attraverso
la cavità dello stomaco, in modo che l'anima diriga là, dopo un'azione prolungata
di questa luce, la sua facoltà visiva, e cominci a percepire per questa via
perfino le cose più nascoste. Dunque, ora la vostra vista si trasferirà del tutto in
quel punto, e voi potrete vedere meglio ad occhi chiusi che non con gli occhi
della carne spalancati.
3. Anche la luna produce un simile effetto su alcune persone, mai però in modo
così accentuato e in grado tanto alto come appunto questa pietra. Chiudete dunque
i vostri occhi, ed accertatevi se con la cavità dello stomaco vedete meglio
che con gli occhi naturali».
4. A queste Mie parole tutti chiusero gli occhi e non trovarono espressioni sufficienti
per manifestare la loro meraviglia quando ebbero constatato l'acutissimo
potere visivo dell'anima attraverso la cavità dello stomaco.
5. Soltanto Mataele ed i suoi quattro compagni dissero: «Per noi questa meravigliosa
facoltà visiva non è affatto nuova, perché è proprio in questo modo che
noi abbiamo visto spesso le cose più straordinarie e siamo passati più di una
volta attraverso luoghi che nessun mortale, nello stato di veglia naturale, avrebbe
potuto attraversare senza rischiare di fare la più spaventosa delle cadute. Noi
vedevamo nello stesso tempo tutta l'aria - come pure l'acqua dei mari, dei laghi,
dei fiumi e dei ruscelli - sempre fittamente popolata di ogni genere di figure e
di larve meravigliose che si muovevano nell'aria più o meno rapidamente in
tutte le possibili direzioni dei venti, ed esse si libravano in alto e in basso,
oppure si muovevano roteando ora lentamente ed ora velocemente. Alcune si
posavano sul suolo, per così dire, come fiocchi di neve, e si appiattivano in un
certo qual modo nei solchi con tutta rapidità; qualcuna veniva assimilata come
la rugiada dalle piante, altre venivano assorbite dal terreno, ed altre ancora da
minerali di ogni specie.
6. Quelle che si appiattivano nei solchi, e quelle assorbite dal regno vegetale e
da quello minerale, non riapparivano più, però dove c'era un albero od una pianta
che stavano marcendo, o dove c’erano resti di un animale in putrefazione, là sorgevano
forme nuove di ogni genere - da principio con l’aspetto di un leggero
vapore luminoso - le quali ben presto si afferravano a centinaia di migliaia, fondendosi
poi in una forma già molto bene sviluppata.
7. Una volta che la forma si era completata in questo modo, non passava molto
che essa cominciava a muoversi come fosse guidata da una specie di coscienza
propria, facendo come fa il cane quando va in cerca di qualcosa di cui il suo
buon fiuto gli ha manifestato la presenza in qualche luogo.
8. Noi vedevamo questi esseri librarsi abitualmente incontro alle greggi di
pecore, di capre e alle mandrie di buoi; raggiunta una di queste, essi si fermavano
tra le bestie e, in occasione di un accoppiamento, atto al quale sembrava che
questi animali venissero molto stimolati da questi esseri, quest’ultimi venivano
assorbiti proprio dagli animali che si accoppiavano, come la rugiada sull'erba
divenuta alquanto secca, e non ricomparivano più alla vista.
9. Molte di queste forme si spingevano anche verso le acque e nuotavano per
qualche tempo qua e là come scivolando leggermente sulla superficie; alcune si
immergevano poi decisamente nell'acqua, altre invece si stringevano insieme in
una massa nebulosa, e si immergevano nell'acqua solo dopo essersi fuse in una
nuova forma che non di rado assomigliava ad un animale acquatico.
10. Ma la cosa più strana era che noi vedevamo sorgere nell'acqua sempre
un'immensa varietà di figure, di larve con forme curiose, e queste avevano un
aspetto all’incirca come di insetti volanti di ogni tipo, come pure di uccelli grandi
e piccoli di ogni possibile specie. In effetti essi erano muniti di zampe e di
altre estremità sviluppate benissimo, ma non se ne servivano come gli uccelli,
perché tutte le estremità erano penzolanti. Queste figure si libravano nell'aria
come della lanugine, e soltanto al passaggio di veri uccelli vicino a loro, si potevano
osservare dei reali sintomi di vita in queste larve e forme nebulose. Esse si
accompagnavano poi allo stormo, ed in breve venivano come divorate da esso.
11. Inoltre noi scorgevamo come una specie di chiaro pulviscolo piovere giù
dall'alto, talvolta più fitto e talvolta meno fitto, e con particolare frequenza lo
si poteva osservare sulla superficie delle acque. Esaminando più da vicino que-
sto pulviscolo, si poteva constatare anche in esso l'esistenza di certe forme che
avevano l'aspetto o di minutissime uova, oppure di animaletti acquatici straordinariamente
piccoli e tale pulviscolo veniva anch'esso inghiottito ben presto
dall'acqua.
12. Oh, molte cose ci sarebbero da raccontare a questo riguardo se ci fosse
tempo, ma quello che prima noi vedevamo nella nostra infelice condizione, ora
lo rivediamo invece ad occhi chiusi, e questa visione ridesta in noi la memoria
che adesso ci ricorda ad alta voce: “Voi avete visto tutte queste cose per parecchi
anni di seguito, ogni sera e ogni notte!”. Talvolta noi avevamo le stesse visioni
anche durante il giorno, quando il cielo assumeva un aspetto torbido e cupo.
Naturalmente allora noi non sapevamo affatto cosa pensarne, ora però fortunatamente
comprendiamo la cosa, e sappiamo quali sono le cause e cosa essa sia!
1. (Dico Io:) «Vedete, a tale scopo Mi sono fatto portare qui dal centro dell'Africa
questo globo luminoso per svelare dinanzi a voi il mondo degli spiriti naturali,
e ciò non in maniera prodigiosa, ma piuttosto seguendo una via naturale per
voi finora ancora del tutto sconosciuta.
2. La luce di questa pietra ha la proprietà di influire sui nervi vitali attraverso
la cavità dello stomaco, in modo che l'anima diriga là, dopo un'azione prolungata
di questa luce, la sua facoltà visiva, e cominci a percepire per questa via
perfino le cose più nascoste. Dunque, ora la vostra vista si trasferirà del tutto in
quel punto, e voi potrete vedere meglio ad occhi chiusi che non con gli occhi
della carne spalancati.
3. Anche la luna produce un simile effetto su alcune persone, mai però in modo
così accentuato e in grado tanto alto come appunto questa pietra. Chiudete dunque
i vostri occhi, ed accertatevi se con la cavità dello stomaco vedete meglio
che con gli occhi naturali».
4. A queste Mie parole tutti chiusero gli occhi e non trovarono espressioni sufficienti
per manifestare la loro meraviglia quando ebbero constatato l'acutissimo
potere visivo dell'anima attraverso la cavità dello stomaco.
5. Soltanto Mataele ed i suoi quattro compagni dissero: «Per noi questa meravigliosa
facoltà visiva non è affatto nuova, perché è proprio in questo modo che
noi abbiamo visto spesso le cose più straordinarie e siamo passati più di una
volta attraverso luoghi che nessun mortale, nello stato di veglia naturale, avrebbe
potuto attraversare senza rischiare di fare la più spaventosa delle cadute. Noi
vedevamo nello stesso tempo tutta l'aria - come pure l'acqua dei mari, dei laghi,
dei fiumi e dei ruscelli - sempre fittamente popolata di ogni genere di figure e
di larve meravigliose che si muovevano nell'aria più o meno rapidamente in
tutte le possibili direzioni dei venti, ed esse si libravano in alto e in basso,
oppure si muovevano roteando ora lentamente ed ora velocemente. Alcune si
posavano sul suolo, per così dire, come fiocchi di neve, e si appiattivano in un
certo qual modo nei solchi con tutta rapidità; qualcuna veniva assimilata come
la rugiada dalle piante, altre venivano assorbite dal terreno, ed altre ancora da
minerali di ogni specie.
6. Quelle che si appiattivano nei solchi, e quelle assorbite dal regno vegetale e
da quello minerale, non riapparivano più, però dove c'era un albero od una pianta
che stavano marcendo, o dove c’erano resti di un animale in putrefazione, là sorgevano
forme nuove di ogni genere - da principio con l’aspetto di un leggero
vapore luminoso - le quali ben presto si afferravano a centinaia di migliaia, fondendosi
poi in una forma già molto bene sviluppata.
7. Una volta che la forma si era completata in questo modo, non passava molto
che essa cominciava a muoversi come fosse guidata da una specie di coscienza
propria, facendo come fa il cane quando va in cerca di qualcosa di cui il suo
buon fiuto gli ha manifestato la presenza in qualche luogo.
8. Noi vedevamo questi esseri librarsi abitualmente incontro alle greggi di
pecore, di capre e alle mandrie di buoi; raggiunta una di queste, essi si fermavano
tra le bestie e, in occasione di un accoppiamento, atto al quale sembrava che
questi animali venissero molto stimolati da questi esseri, quest’ultimi venivano
assorbiti proprio dagli animali che si accoppiavano, come la rugiada sull'erba
divenuta alquanto secca, e non ricomparivano più alla vista.
9. Molte di queste forme si spingevano anche verso le acque e nuotavano per
qualche tempo qua e là come scivolando leggermente sulla superficie; alcune si
immergevano poi decisamente nell'acqua, altre invece si stringevano insieme in
una massa nebulosa, e si immergevano nell'acqua solo dopo essersi fuse in una
nuova forma che non di rado assomigliava ad un animale acquatico.
10. Ma la cosa più strana era che noi vedevamo sorgere nell'acqua sempre
un'immensa varietà di figure, di larve con forme curiose, e queste avevano un
aspetto all’incirca come di insetti volanti di ogni tipo, come pure di uccelli grandi
e piccoli di ogni possibile specie. In effetti essi erano muniti di zampe e di
altre estremità sviluppate benissimo, ma non se ne servivano come gli uccelli,
perché tutte le estremità erano penzolanti. Queste figure si libravano nell'aria
come della lanugine, e soltanto al passaggio di veri uccelli vicino a loro, si potevano
osservare dei reali sintomi di vita in queste larve e forme nebulose. Esse si
accompagnavano poi allo stormo, ed in breve venivano come divorate da esso.
11. Inoltre noi scorgevamo come una specie di chiaro pulviscolo piovere giù
dall'alto, talvolta più fitto e talvolta meno fitto, e con particolare frequenza lo
si poteva osservare sulla superficie delle acque. Esaminando più da vicino que-
sto pulviscolo, si poteva constatare anche in esso l'esistenza di certe forme che
avevano l'aspetto o di minutissime uova, oppure di animaletti acquatici straordinariamente
piccoli e tale pulviscolo veniva anch'esso inghiottito ben presto
dall'acqua.
12. Oh, molte cose ci sarebbero da raccontare a questo riguardo se ci fosse
tempo, ma quello che prima noi vedevamo nella nostra infelice condizione, ora
lo rivediamo invece ad occhi chiusi, e questa visione ridesta in noi la memoria
che adesso ci ricorda ad alta voce: “Voi avete visto tutte queste cose per parecchi
anni di seguito, ogni sera e ogni notte!”. Talvolta noi avevamo le stesse visioni
anche durante il giorno, quando il cielo assumeva un aspetto torbido e cupo.
Naturalmente allora noi non sapevamo affatto cosa pensarne, ora però fortunatamente
comprendiamo la cosa, e sappiamo quali sono le cause e cosa essa sia!
2 commenti:
mmm..boh, mi fa pensare all'orgone...credo basti un po' di LSD per descrivere cose di questo tipo.
Ma la questione è questa: qualsiasi cosa si percepisca, a chi sta accadendo...qualsiasi cosa percepisco non può esistere senza di Me che la testimonio...questo mi sembra un punto fondamentale.
Un caro saluto.
Rèn.
Aspettiamo con ansia la part two.
Grazie.
walter
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